(presidente)
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Rinnova subito l’adesione per il 2003!
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il bollettino unito a questo Notiziario e già intestato al conto
corrente postale n. 13211438 dell’Associazione italiana
familiari e vittime della strada onlus – o versa sul c/c
bancario 27685/5 pure intestato a Associazione italiana
familiari e vittime della strada onlus presso Cassa di Risparmio
di Cesena, abi 6120, cab 23901 –
oppure
in contanti al responsabile locale – in ogni caso indicando
come causale “quota adesione 2003”
La
quota minima è di 10 euro ma puoi versare di più per
essere socio sostenitore (da 25 euro in su) o benemerito (da 100
euro)
Ricorda: l’Associazione ha bisogno di te e del
tuo sostegno
“Unirsi
per fermare la strage stradale e dare giustizia ai superstiti”
Viene spedito con questo numero del Notiziario
l’opuscolo programmatico dell’Associazione aggiornato a
ottobre 2002.
Leggilo e
dacci impressioni e consigli.
Si tratta
infatti dei motivi e degli obiettivi che tutti insieme vogliamo e
dobbiamo chiarire e realizzare per la difesa della vita sulle
strade e nei Tribunali.
Opuscoli
“vittime della strada”
Si ricorda che per
partecipare al 5° opuscolo è necessario inviare una foto e qualche
cenno sulla persona perduta, sull'incidente ed eventualmente sulla
situazione processuale, all'incaricato Francesco Saladini, via
Trivio 1, 63100 Ascoli Piceno.
Oltre a costituire un modo di ricordare chi ci ha lasciato
e di conoscerci tra noi, l'opuscolo può essere utile in concreto
nei processi penali e civili, negli interventi di educazione
stradale nelle scuole; le sue foto, poi, possono essere utili per
le manifestazioni delle croci.
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Il
diritto alla difesa è anzitutto diritto delle vittime
“Che
fanno cento avvocati legati in fondo al mare?”
“Un buon inizio”
La battuta è vecchia ma c’è da chiedersi
perché è nata e perché proprio sugli avvocati.
Questa professione ha una caratteristica
inquietante: l’avvocato difende chi glielo chiede prima, che sia
l’assassino o la vittima, il violentatore o la violentata.
E lo fa perché ritiene suo dovere
attuare il “diritto alla difesa” anche dei peggiori soggetti.
E’ su questa base che spesso ci
troviamo di fronte, a difendere chi ci ha ucciso una persona
amata, professionisti appassionatamente impegnati a dimostrare che
la vittima era ubriaca, o drogata, o si è suicidata, e che come
familiari ci interessa solo guadagnare sulla sua morte.
Ed è sempre su questa base che gli
avvocati tutelano i mafiosi, gli evasori totali, i pluriomicidi, i
pedofili, i terroristi – e che per farli assolvere hanno
ottenuto dallo Stato un sistema tanto garantista che nessuno più
va in galera e se ci va non ci resta e se ci resta è solo perché
non può pagare laute parcelle.
A questo stato di cose noi dell’Associazione
abbiamo detto no quando eravamo pochi e soli e continuiamo a dire
no crescendo di giorno in giorno quanto a numero e capacità di
lotta.
Non perché i colpevoli non debbano essere
difesi ma perché vogliamo esserlo anche noi e possibilmente
meglio di loro.
Per questo è necessario costruire tra gli avvocati
la coscienza che il “diritto alla difesa” è anche e
prima di tutto diritto delle vittime ad essere tutelate
dalla violenza, quella dell’ “incidente” e soprattutto
quella che all’incidente segue.
E’ necessario che una parte della “classe
forense” si schieri decisamente ed esclusivamente al nostro
fianco, anche se non è una posizione facile sul piano processuale
e quindi professionale ed economico.
E’ in questa prospettiva che stiamo mettendo
in piedi una rete di legali i quali, convenzionandosi con
l’Associazione, hanno sposato con coraggio la nostra linea.
E su questa linea
incontriamo altri professionisti che già da prima la
sostenevano o che comunque ci danno attenzione e solidarietà.
Se ci crediamo insieme può essere davvero
“un buon inizio”.
Francesco Saladini
(avvocato)
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Per i rappresentanti locali
dell’Associazione
I responsabili che non hanno già provveduto dovrebbero
inviare ai Consigli comunali la richiesta di delibera di appoggio
al nostro disegno di legge C-1885 sulla giustizia, come da
"circolare" inviata mesi fa.
Si tratta di
un'iniziativa di successo - hanno aderito infatti diversi Comuni
della Provincia di Modena ma anche altri dalle province di Forlì,
Messina a Caltanissetta e quelli di capoluoghi importanti come
Genova e Cesena (vedi nel sito internet dell'Associazione alla
voce "le nostre proposte di legge") - e ancora
fortemente attuale.
Per
informazioni e aiuto rivolgersi alla vice-presidente Gabriella
Caporicci di Terni.
Chi ha già provveduto è invitato a
segnalarlo alla stessa incaricata dando notizia anche di eventuali
riscontri.
Ancora
alla signora Caporicci
ci si può rivolgere per presentare alla Prefettura richiesta di
conoscere se ha preparato la mappa delle strade pericolose urbane
ed extraurbane sulle quali effettuare,
come disposto dall'articolo 4 della legge n. 168 del
1.8.2002, il rilevamento a distanza delle infrazioni ai limiti di
velocità.
Anche questa è una iniziativa importante (perché c'è il
concreto pericolo che la legge non venga attuata) , per la quale
il direttivo si riserva di fornire precise indicazioni..
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Una
straordinaria iniziativa di solidarietà
L’Azienda
Editoriale “Menabò” di Forlì (www.menabo.com), riconoscendo la
gravità e l’attualità della strage stradale, ha deciso quest’anno
di realizzare una campagna sulla sicurezza stradale a nome della nostra
Associazione.
A tal fine, il 12 novembre 2002 a Forlì
presso il Circolo della Scranna, ha organizzato un elegante dopocena per
la raccolta di fondi e per la presentazione degli spot sulla sicurezza,
e nella conferenza stampa a Roma, il 12 dicembre, ha consegnato
ufficialmente la campagna alla nostra Associazione.
L’iniziativa
di “Menabò” rappresenta uno straordinario fatto di solidarietà,
sia per l’ampiezza del coinvolgimento operato da un soggetto privato
(la campagna avrà grande visibilità su stampa e radio nazionali ed avrà
l’appoggio delle squadre di pallavolo e basket, della Nazionale
Italiana di Calcio), sia per la spontanea decisione di dare
efficacemente una mano. Si tratta di un’iniziativa perfettamente in
linea con la nostra Associazione, finalizzata a infrangere il silenzio
con la diffusione su larga scala degli spot, e a ridimensionare gli
atteggiamenti di superficialità attraverso messaggi coinvolgenti e
razionali, che spingono alla riflessione e smitizzano quei comportamenti
considerati vincenti dalla modernità: la velocità, la spavalderia, la
sregolatezza.
Distruggere
la propria vita o quella degli altri per l’ebbrezza di un attimo è
possibile e stupido, dimostra che non si ha consapevolezza dei propri
limiti e degli impegni a ciascuno richiesti per vivere nel mondo.
Abbiamo proprio bisogno di uscire dalla superficialità nelle idee e nei
comportamenti concreti, e capire che per rispettare la strada dobbiamo
guidare meglio la nostra vita. E’ l’indicazione espressa
negli spot creati da Menabò, che ci riportano alla necessità di porre
ordine nella scala dei valori.
Noi
diciamo grazie a Menabò per la concreta collaborazione al nostro
impegno di fermare la strage, ed esprimiamo un vivo apprezzamento per la
qualità del lavoro e per aver posto in essere un’iniziativa di
solidarietà non in risposta ad una nostra specifica richiesta di aiuto,
bensì come offerta spontanea.
Manifestazione
delle croci – 13 novembre 2002 S. Lorenzo in Lucina Roma
Con la nostra
protesta, silenziosa ma di forte impatto, contro la strage stradale
volevamo scuotere l’attenzione dell’opinione pubblica e dei politici
e sollecitare la motivazione, specie in questi ultimi, ad un impegno di
civiltà: porre fine ai sacrifici umani sulle strade, difendere il
diritto di vivere.
Abbiamo
simulato un emblematico cimitero per far sentire il doloroso peso della
strage; abbiamo diffuso immagini ed espressioni per invitare alla
solidarietà e all’impegno personale; abbiamo preparato manifesti e
striscioni per suscitare consapevolezza e riflessione e per porre
istanze, come quella rivolta al Pontefice perché, in occasione della
Sua prossima visita a Montecitorio, orientasse l’attenzione dei
politici sulla necessità di compiere scelte adeguate a fermare la
strage sulle strade. Abbiamo avuto l’accortezza di far precedere tale
richiesta con lettera al Segretario di Stato Vaticano, card. Sodano, al
Presidente della Camera on. Casini. Ma nessuna attenzione al problema.
Il Papa, nel Suo discorso, ha fatto riferimento ad una “grave
minaccia” che “pesa sul futuro di questo Paese”, con ciò
riferendosi solo alla “crisi delle nascite” ed al calo demografico,
senza assolutamente accennare che su di esso pesa la distruzione di
tante vite ad opera degli incidenti stradali. Duole riscontrare che, in
tale circostanza, il Papa non abbia speso alcuna parola per evidenziare
che nessun interesse economico può giustificare la carneficina che si
compie sulle strade.
Un silenzio
incomprensibile, che fa diventare retorica la stessa attenzione ai
valori; un silenzio presente anche nei discorsi augurali per il nuovo
anno 2003, pronunciati dalle massime autorità istituzionali. In questa
nuova circostanza, infatti, sia il Papa che il Presidente della
Repubblica hanno ancora totalmente ignorato il problema, giustificando,
con il loro silenzio, la sottovalutazione che di esso ne fa la società.
Il Presidente della Repubblica ha affermato che il nostro principale
problema è l’occupazione, dimenticando che “primum vivere”. Il
Papa, nell’affermare che “la pace è possibile e doverosa”, l’ha
riferita solo ai conflitti mondiali, dimenticando che la guerra contro
l’umanità si combatte anche sulle nostre strade, pure esse “sporche
di sangue e di petrolio” e gestite con colpevole superficialità:
strade che sopportano un numero spaventoso di vittime, al cui confronto
risultano poca cosa le 2807 vittime prodotte dalla seconda intifada, dal
settembre 2000 ad oggi. La distruzione della vita è sempre un fatto
gravissimo, qualunque sia l’arma usata per uccidere, un fatto carico
di ingiustizie e soprusi che tolgono dal cuore la pace.
La nostra
manifestazione, nel dare voce a coloro che non hanno più voce, ha
voluto sollecitare tutti a scommettere a favore della vita; ma ha
riscontrato che c’è tanto cammino da fare, a partire principalmente
dai politici: anche se alcuni di loro hanno visitato il cimitero delle
croci, permane il silenzio sul problema, che sembrerebbe annullare ogni
risultato all’impegno di dare visibilità alla strage, per fermarla.
Di
contro, c’è stato il coinvolgimento dell’opinione pubblica: siamo
riusciti a far convergere sulla nostra iniziativa l’attenzione dei
mezzi di comunicazione (stampa, radio, televisione). Abbiamo raccolto la
documentazione di alcune testate giornalistiche: Il Tempo, Il
Messaggero, Il Corriere della Sera, L’Avvenire, Il Giornale, City
Roma, City Bologna, Metro. Sono stati realizzati diversi servizi
televisivi, di alcuni dei quali abbiamo avuto diretto riscontro: TG 3
nazionale, TG 4, Rai Uno “La vita in diretta”, Rai 3 “Report”.
Abbiamo ricevuto attestazioni positive e solidarietà dal mondo dello
spettacolo, del giornalismo, da associazioni, amministratori, politici.
La
manifestazione, in definitiva, ha fatto crescere la credibilità e la
visibilità della nostra associazione, rendendola più forte: un passo
necessario per riuscire a demolire il silenzio dei politici.
Vogliamo
considerarla itinerante e riproporla nelle altre città, come già
avvenuto nella vigilia del Santo Natale, a Firenze.
Giuseppa Cassaniti
Mastrojeni
Presidente
Natale con i tuoi
Al di là di
ogni retorica, abbiamo pensato di passare un Natale per noi
diverso dal tradizionale. Non che la mancanza delle persone si
avverta in questo giorno più che negli altri giorni dell’anno,
ma vista la particolarità dell’occasione abbiamo voluto
utilizzarla in modo costruttivo.
Il giorno 24
lo abbiamo passato nella centralissima piazza della Repubblica a
Firenze, dove abbiamo messo le nostre croci, il nostro striscione
e un gazebo con il nostro materiale.
Abbiamo
attirato l’attenzione con uno stand decisamente diverso dal
contesto di luci scintillanti e addobbi festosi dell’elegante
centro cittadino, distribuendo il nostro materiale informativo e
facendo conoscere l’Associazione e il suo lavoro.
Un sincero
ringraziamento (al di là, oltre che della retorica, delle
formalità) va al vice sindaco Graziano Cioni per il suo aiuto e
la sua notevole disponibilità.
È stato, in
fondo, il nostro modo di passare il “Natale con i tuoi”.
Bertei
e Cianti
(responsabili
per Prato e Firenze)
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Sede di Latina: l’impegno
del Sindaco per la sicurezza
Desidero
rendere noto l’impegno del Sindaco di Latina, on.le Vincenzo
Zaccheo, per la sicurezza nella città e per l’attenzione
rivolta alla nostra Associazione.
Ha promosso
concrete iniziative per prevenire gli incidenti stradali, con
campagne per l’uso del casco e l’utilizzo delle cinture in
auto. Ha potenziato i controlli ed ha prolungato ad orari notturni
il pattugliamento stradale da parte dei vigili urbani, per
reprimere comportamenti inosservanti del codice della strada e del
buon senso. Il maggiore controllo del territorio ha dato i suoi
frutti: un sensibile decremento del numero degli incidenti. Ci ha
invitati per la consegna delle nuove moto ai vigili urbani, ha
istituito il vigile di quartiere. Ha accolto la richiesta di aiuto
della nostra presidente, per assicurare alla manifestazione delle
croci del 13 novembre la presenza di stampa e tv.
Ringrazio il
Signor Sindaco, riconoscendo anche io, come ha già fatto nella
sua lettera di ringraziamento la nostra presidente, che i frutti
del nostro impegno umano dipendono pure dall’amplificazione dei
messaggi ad opera dei mezzi di comunicazione.
Giovanni
Delle Cave
(responsabile
per Latina)
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Decisioni del Direttivo
Il consiglio direttivo dell’Associazione si è riunito da ultimo a
Roma il 7 dicembre 2002 nella sede dell’ARAP messa gentilmente a
disposizione dai signori Cianfanelli.
E’ stato riaffermato il
principio del rispetto delle competenze dei singoli consiglieri
ed è stata precisata (in relazione anche al patrocinio ACI)
l’esigenza del consenso
del direttivo per unire il nostro nome
a quello di altre strutture in iniziative di rilievo
nazionale, riscontrandosi peraltro nei due convegni del 29.11 e del
13.12.2002 la prova dell’apertura della nostra struttura al confronto
con altre posizioni.
Il consiglio ha integralmente confermato la linea
dell’Associazione sui temi della giustizia come espressa nel
documento “unirsi” e nel disegno di legge 1885 presentato per noi
il 30.10.01 alla Camera dei Deputati dall’on. Misuraca; e ciò
anche per la richiesta che
i danni biologico e morale siano valutati negli stessi – e alti –
valori in tutto il Paese e per tutti i danneggiati quale che ne sia la
posizione culturale e sociale.
Interessato
dalla richiesta della Fondazione Luigi Guccione di costituire un coordinamento
tra le associazioni di Familiari di vittime della strada, la nostra
compresa, il direttivo ha dato mandato a Bertei, con la collaborazione
di Mariani, di acquisire migliori dati, riservando per ora ogni
decisione.
Si è ancora deciso di aggiornare e ristampare (incaricato
Saladini) l’opuscolo “che
fare dopo un incidente stradale” da distribuire poi capillarmente
ai danneggiati tramite i Pronto Soccorso e altrimenti.
Sulla
mozioni approvate dall’assemblea dei Soci del il 21/22 settembre,
il direttivo ha deciso di organizzare (proposte Maiocchi) un incontro a Milano con intellettuali, editori e giornalisti
particolarmente sensibili ai nostri temi, dando incarico allo stesso dr.
Maiocchi di predisporne il piano da esaminare in altra riunione e di
preparare un audiovisivo
e altro materiale informativo e didattico per le iniziative dei
responsabili locali dandone incarico a Caporicci; di acquisire (proposta
Piccirillo) dallo stesso proponente maggiori informazioni, quanto a
programma operativo e spese, sul tour
itinerante del pullman attrezzato per l’educazione stradale;
infine (proposta Muciaccio) di organizzare con il Centro Antartide un convegno
a Bologna su “la comunicazione e / per la sicurezza stradale”
con incarico ai responsabili bolognesi.
L’esame
delle restanti mozioni e degli altri punti ai quali si riferiva la
convocazione è stato rinviato, dopo oltre 5 ore di discussione, a
successiva riunione.
Al di fuori
dell’ordine del giorno, il direttivo ha però preso atto della costituzione
di parte civile dell’Associazione nel processo per la morte di
Francesca Piacentini dinanzi al Tribunale penale di Modena.
Per quanto ci
risulta è la prima volta in Italia che una struttura di familiari e vittime
ottiene questo importantissimo risultato. Si da atto all’avvocato
Gianmarco Cesari di Roma del successo conseguito.
Vittime
della strada mai più sole
Ammessa per la prima volta in Italia, da un Giudice di Modena, la
costituzione di parte civile dell’Associazione Italiana Familiari
e Vittime della Strada, nell’interesse collettivo della tutela del
diritto alla vita ed alla salute per le vittime degli incidenti
stradali.
La costituzione è stata ammessa in un processo
per omicidio colposo di una bambina di 11 anni, a favore del
genitore superstite, Franco Piacentini di Modena, legittimando in
tal modo il diritto dell’Associazione a far valere anche in sede
penale l’obiettivo statutario di dare giustizia ai superstiti.
Il successo di questa iniziativa è stato
confermato il 18 dicembre: anche il Tribunale di Pisa ha accolto la
costituzione di parte civile dell’Associazione nel processo a
carico dell’investitore di Michela Simeone, deceduta, e Giorgio
Giunta.
In entrambi casi l’Associazione si è
costituita in giudizio con l’avv. Gianmarco Cesari del foro di
Roma, esperto in danno alla persona.
Alle vittime verrà garantita, per questa via,
non solo assistenza, sostegno e consulenza, ma anche la
partecipazione diretta dell’Associazione nei processi penali e
civili che le riguardano.
Giuseppa
Cassaniti Mastrojeni
(presidente)
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Testimonianza
per omicidio: tenerla nel cassetto non è reato
Lo ha
stabilito il 17 dicembre il giudice Sicuro del Tribunale di Messina,
nel corso di un processo collegato all’omicidio colposo in danno
di Valeria Mastrojeni, giovane vittima della strada: ad essere
assolto “perché il fatto non costituisce reato” è stato il
vigile urbano che aveva raccolto le dichiarazioni dell’unica
testimone oculare dell’incidente e, nondimeno, le aveva trasmesse
alla Procura della Repubblica ben tre mesi e sette giorni dopo.
Avevamo
denunciato l’ingiustificato ritardo, ostativo al corso delle
indagini: la testimonianza era, infatti, decisiva per stabilire chi
fosse alla guida. Ma il giudice, nonostante ciò, ha ritenuto non
sussistere alcun reato.
È necessaria,
a seguito di questo precedente, una riforma legislativa sul punto,
affinché le testimonianze utili ai procedimenti per omicidio
vengano rimesse all’autorità competente senza dilazioni in danno
delle vittime e i processi che riguardano le vittime dei reati
colposi si svolgano in tempi ragionevoli, assicurando alla giustizia
i responsabili.
Giuseppa
Cassaniti Mastrojeni
(presidente)
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Proposte
alle scuole
Ad
inizio d’anno scolastico le sedi hanno provveduto ad inviare alle
scuole superiori un questionario sulla giustizia, e a proporre una
collaborazione sull’esperienza della strage, anche con dibattiti
intorno al questionario. I responsabili di sede dovranno sollecitare le
scuole che non hanno dato risposta e comunicheranno alla sede di Messina
i risultati dei questionari, indicando anche le collaborazioni
effettuate.
Fermare
la strage sulle strade.
È
uno degli obiettivi forti della nostra Associazione, ancora ben
lontano dall’essere raggiunto, nonostante la gravità del problema
della strage stradale cominci ad avere più visibilità nella società.
La
nostra Associazione ha dato, in questa direzione, un buon
contributo, ma è pur sempre molto poco rispetto alla gravità della
strage. Non abbiamo lesinato riflessioni e sollecitazioni alle
istituzioni per risvegliare il loro impegno. Per contro,
riscontriamo che i nostri governanti – quelli di ieri e quelli di
oggi – non danno priorità alcuna all’obiettivo della sicurezza
sulla strada, tanto è vero che continuano a girare attorno ai
problemi e ci propinano leggi che, mentre hanno la pretesa di
“ridurre drasticamente gli incidenti stradali”, appaiono invece
affette da quella logica burocratica, carica di parole, di
procedure, di confusioni: ingredienti utili per stancare e
disorientare, facendo sì che tutto resti come prima. Ci riferiamo
anche alla legge 168 dell’1 agosto 2002, che aveva acceso la
speranza dei controlli a distanza, ma non appare elaborata secondo
la logica stringente dell’intervento risolutivo.
La strage non si ferma, è sotto
gli occhi di tutti; sulle strade c’è una guerra combattuta con le
armi improprie della superficialità e del mezzo di trasporto, uno
stillicidio continuo di vite, numeri che si ripetono, morti
annunciate, prevedibili e, quindi, evitabili. Una guerra che, per
essere arrestata, richiede scelte strategiche: non serve per
l’immediatezza l’educazione stradale, che è fondamentale ma darà
risultati nel lungo periodo, occorrono piuttosto controlli serrati,
per evitare che l’incidente accada. E allora aggiungiamo
all’insufficiente organico dei corpi di controllo i mezzi di
rilevazione delle infrazioni a distanza, nell’ottica di assicurare
il controllo totale sulle strade; togliamo dalla legge gli orpelli e
i condizionamenti in essa contenuti e diamole la forza e
l’apertura richieste dalla necessità di salvare la vita;
scommettiamo sulla riduzione della strage tramite i controlli e
premiamo quei corpi di controllo nel cui territorio si registra la
diminuzione degli incidenti. Il controllo aiuterà sicuramente a
ridimensionare l’individualismo e la sregolatezza sfrenata ed a
costruire la cultura dell’osservanza della norma che, partendo
dalla strada, produrrà effetti anche negli altri contesti sociali.
Ai politici chiediamo di porre
attenzione alle richieste dei cittadini, di operare con intelligenza
e coerenza, per servire e garantire i diritti umani e per dare
dignità all’esercizio del potere.
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Dare
giustizia ai superstiti
Anche questo obiettivo è ben lontano dall’essere raggiunto. Il
nostro ordinamento giuridico è discriminatorio nei confronti delle
vittime, anche se l’articolo 3 della Costituzione afferma che
siamo uguali dinanzi alla legge e l’articolo 111 garantisce, per
il giusto processo, condizioni di parità tra le parti.
La giustizia sottovaluta la vita distrutta e
continua a ritenere che per l’omicidio da incidente stradale non
è neanche necessario fare espiare una pena. C’è un atteggiamento
di favore e premiale nei confronti dell’imputato, arbitrariamente
sostenuto dai magistrati. La legge, in
effetti, permette l’applicazione differenziata della pena in
rapporto alla gravità della colpa, ma in concreto si registrano a
tappeto patteggiamenti con sospensione condizionale della pena, che
esprimono offesa per le vittime e tracotanza nel sabotare la legge
da parte della giustizia. Le vittime o i familiari non vengono
neanche ascoltati. I loro ricorsi agli organi superiori di giustizia
per i diritti negati vengono sistematicamente archiviati.
E noi siamo costretti a cedere o a tentare,
faticosamente e con dolore, di risalire la china della giustizia,
per difendere quei diritti sui quali poggia la dignità umana.
È una lotta ad armi ìmpari, poiché le
istituzioni hanno un potere che sovrasta il singolo; ma, associati,
dobbiamo trovare il modo per conquistare quello spazio che le
istituzioni ci negano. I convegni, le proposte di legge, il
coinvolgimento dei consigli comunali per il sostegno ad esse, i
legali convenzionati ed ora la costituzione di parte civile
dell’Associazione a fianco delle vittime sono tutti modi per
portare le istituzioni a tener conto dei diritti delle vittime.
Ma dobbiamo avere ancora più voce, più
visibilità, più forza, tanto da far crescere nei magistrati la
consapevolezza – necessaria per cambiare – di essere “troppo
leggeri nell’applicazione della pena”, come ha affermato il
magistrato Enrico Ferri nella trasmissione “Report” Rai 3
dell’8/10/02, dopo avere anche riconosciuto che nella magistratura
c’è “indulgenza verso il conducente”.
Ma per fare in modo che la giustizia sia
amministrata a partire dalle vittime è fondamentale il
coinvolgimento dell’opinione pubblica, tramite persone e canali di
comunicazione capaci di far rientrare lo spessore del problema in un
impegno di civiltà.
C’è molto lavoro da fare, molto su cui
pensare e ideare per costruire un itinerario percorribile.
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