Giuseppe Cannarozzo,  23 anni, Cinisello Balsamo (MI),  8.3.1969 – 23.5.1992

     
    
Da nove lunghi anni la nostra famiglia chiede giustizia per la morte di Giuseppe, una giustizia che ha seguito fin qui un corso poco chiaro e molto tortuoso.
    
Nel processo c’è stata una buona relazione tecnica, che ha delineato una accettabile dinamica  dell’incidente nel quale il nostro caro ha perso la vita, ma siamo ancora in attesa che una sentenza dia fine all’incertezza e all’attesa: che per sapere come è morto un figlio sulla strada e chi ne abbia colpa debbano passare più di nove anni sembra incredibile nell’epoca dei computer e dei viaggi in orbita: non auguriamo a nessuno di aggiungere questo senso di impotenza al dolore incredibile della perdita.
     E’ dal 23 maggio 92 che non abbiamo pace, da quando sulla A4si è consumata la tragedia: un autoarticolato a forte velocità ha travolto l’auto guidata da Giuseppe, uccidendo immediatamente lui e un altro sventurato e provocando il ferimento, anche grave, di altri malcapitati; in pochi istanti quel tratto di autostrada si è trasformato in un vero e proprio inferno, in pochi istanti si è aperta dinanzi a noi la via lunga e dolorosa del lutto e della disperazione.
     Dire che Giuseppe era un ragazzo solare e spontaneo è dire poco: dava agli amici la sua gioia, la sua fiducia nella vita, il suo senso del lavoro, l’altruismo e la disponibilità che caratterizzavano i suoi rapporti personali e sociali: è così che lo ricorda chi lo ha conosciuto, perché era davvero così, un giovane valido e buono.
     Rivediamo ancora, chiudendo gli occhi, il suo sguardo e il suo sorriso; allora sappiamo che è ancora con noi; ed è questo il solo vero conforto che oggi ci resta.

                                   mamma Lucia, papà Vincenzo,                        i fratelli Maurizio e Marco, la fidanzata Emiliana

associazione italiana familiari e vittime della strada