Danilo Stazi, 18 anni, Roma, 23.8.1977 – 1.4.1996


     Danilo frequentava il 5° anno dell’Istituto geometri e quella settimana doveva partecipare alla gita scolastica di fine anno; invece preferì rimanere a casa per prepararsi alla maturità, passaggio obbligato verso la laurea in ingegneria civile che voleva raggiungere per attuare il suo più grande sogno, battersi per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
    Compiuti da poco 18 anni aveva già la patente di guida e avrebbe venduto a breve il motorino che prese quel giorno; uscendo di casa, senza casco perché ancora non era obbligatorio, era sereno, disse “non ti preoccupare mà, ritorno presto perché devo studiare”.
    Invece ha percorso meno di un chilometro su una strada larga 8 metri, a senso unico; all’altezza di un incrocio a destra con relativo stop, che nessuno rispetta, è finito contro un palo della illuminazione pubblica.
    “Sembrerebbe” che si sia postato bruscamente a destra, che la pedalina del motorino si sia incastrata nel marciapiede, che questo abbia fatto da binario per circa venti metri: poi quel palo …
     Le persone presenti hanno parlato, subito dopo, di un’auto a forte velocità che lo costringeva a buttarsi a destra, ma sono sparite quando avrebbero dovuto testimoniare, così che il fascicolo è stato archiviato in mancanza di elementi utili per l’inchiesta; e ancora oggi nessuno ha il coraggio di parlare, di dire la vera dinamica dell’incidente.
     A me non era stato risparmiato lo strazio di vederlo coperto da un lenzuolo verde per quasi cinque ore; nei mesi successivi sono arrivate tre cartoline di leva e dopo due anni la richiesta di rimborso per l’avvenuta sostituzione del palo della luce, che è invece ancora lì, con impressi i segni dell’urto, ricoperto di sciarpe, fiori, fazzoletto scout e scritte dei suoi tanti amici.
     Tutti ancora ricordano Danilo per la dolcezza e la disponibilità nell’aiutare gli altri; il suo sguardo incantava, il suo sorriso trascinava; e anche se non c’è più fisicamente resterà per sempre nei nostri cuori.

la mamma Daniela Cortellessa  
      

Chi vive nel cuore di chi resta
non muore mai

    

associazione italiana familiari e vittime della strada