Tommaso Scumace, 20 anni, Catanzaro, 12.11.1977 – 2.8.1998


   A Tommaso in occasione del nuovo millennio – 1.1.2000

  Mio eterno amore, invano ti cerco tra le mura di casa ,  in attesa di un segno, di  qualche comunicazione anche indiretta.
 
Ti ho inviato gli Auguri di Natale. Oggi quelli
  di buon Anno,  buon fine secolo e buon inizio Millennio, te li faccio per iscritto. Spero che Là dove ti trovi hai festeggiato come quando eri in vita. 
  Tua sorella è andata al
  veglione  con i tuoi amici, in discoteca al “Nomas” il locale che frequentavi Tu. 
  Gli
amici non ti dimenticano, ti vogliono bene e vengono spesso a trovarti nel luogo dove riposi. 
  Sei sicuramente contento per la festa che hanno fatto in tua memoria il giorno 28 Dicembre al “Palacorvo”.
  Figlio il vuoto che hai lasciato è incolmabile. Alla mezzanotte il “Corvo” si era illuminato dai tanti fuochi d’artificiali. 
 Tutti in festa, tutto il mondo in festa, in me invece c’era solo sgomento, c’era la tua figura, il viso pallido, profilo e lineamenti perfetti, ma ormai spento privo del perenne sorriso, espressione
senza dolore, rassegnata, come se già sapessi  che era quello il tuo destino della tua breve vita. 
 Ho cercato , figlio, tutte le foto dell’incidente, ho voluto vedere e sapere in che modo ho perso parte di me stessa. Il freddo del cuore è trafugato in tutto il corpo, le mie carni erano gelide, che se mi avessi provocato dei tagli non avrei sentito dolore. 
  Penso che tuo padre prova i miei stessi sentimenti, soffre tanto, si isola e in questi giorni particolari di festa soffoca il dolore bevendo a tavola qualche bicchiere in
più. 
   Oggi quando sono venuta al Cimitero volevo dirti tante cose, poi finisce che piango, mi sono trattenuta , le lacrime non fanno bene a tuo padre. 
   Tornando a casa,
lungo la strada di Marcedusa, tuo fratello Luigi si è ammutolito, guardava le stelle. Io gli ho domandato che cosa pensava, lui mi ha risposto, “figlio carissimo”, che pensava a Te e a quando giocavate alla lotta sul lettone. 
   Poi ha ribadito: “mamma è vero che Tommaso non è morto?”  Io gli ho risposto: “Tommaso non è più con noi, è morto, ma morire vuole dire andare a vivere con Gesù in eterno. 
   Figlio non posso più negare, aiutami a dare risposte giuste a domande innocenti e per me sempre dolorose”.
   Presto comprerò un computer, ti scriverò lunghe lettere, sarai sempre informato della vita che hai lasciato.

   Ti amiamo tanto.

mamma, papà, Ines e Luigi         

        

associazione italiana familiari e vittime della strada