Jenifer Pallavicini,  21 anni, Castelgoffredo (MN), 25.1.1960 – 29.11.1981

      
     Che dire di Jenifer?  Una ragazza molto intelligente, generosa, con moltissimi amici, cordiale e gentile con tutti, allegra e sicura di sé; le piaceva viaggiare, ma teneva alla scuola, era alla quarta ragioneria e un giorno disse “mamma, non avrò un ragazzo se prima non ho un diploma”.

     
Di giorno ci aiutava, siamo piccoli artigiani, di sera andava a una scuola serale statale a Montichiari: in bicicletta lungo i 900 metri che separano la nostra abitazione dal centro del paese, poi in auto con una sua amica.
     Erano le 18,30, era partita da poco, squillò il telefono e mio marito mi disse “sono i carabinieri, è successo qualcosa a Jenifer”; corremmo al pronto soccorso del paese ma la stavano già portando a Brescia; là è tutto pronto, 3 ore di operazione alla testa, alla fine esce il primario: “è gravissima, in coma”: ha lottato  9 giorni senza mai riprendere conoscenza, non ce l’ha fatta.
     Del nostro strazio è inutile dire; abbiamo saputo che era stata tamponata da dietro mentre andava in bici, il faro dell’auto le ha fratturato il bacino, nel successivo scivolamento sul cofano e a terra si è fratturata ancora gamba, braccio, avambraccio, spalla e testa.


    
Sono passati tanti anni ma ti chiedo ancora perdono perché non ho saputo difenderti quando al processo ti hanno ucciso la seconda volta; hanno detto che uscivi da una strada secondaria e non era vero, avrei voluto gridarlo mentre mi portavano fuori dall’aula, urlare tutto il dolore e la rabbia che avevo dentro.
     Eri un fiore stupendo, ci sei stata portata via all’improvviso, hai lasciato un vuoto incolmabile per sempre.
     Ciao Jenifer.

 la mamma Anna Volpi         

  

associazione italiana familiari e vittime della strada