Niki Crisafulli, 17 anni, Messina, 29.12.1977 – 30.10.1995


    Ricordo come Niki  mi salutò, uscendo quel pomeriggio per rientrare poco dopo mezzanotte: radiosa come sempre.
    
Andava a Taormina per un incontro tra ragazzi, che meritava non tanto per i voti che, iscritta all’ultimo anno,  riportava al liceo scientifico, ma per l’intelligenza, la spontaneità, l’allegria, la sincerità, la rettitudine  che la facevano amare da tutti: una  giovane solare.
     Nella sua classe era il leader positivo; e riusciva bene nello sport, nella musica, nella vita; era proiettata nel futuro ma in un futuro diverso da quello che viviamo oggi, il futuro che lei avrebbe costruito o contribuito a costruire, senza egoismi ingiusti e sopraffattori.
     Invece, poco dopo mezzanotte, lo schianto in autostrada, a pochi chilometri da casa.
     Avrebbe compiuto 18 anni due mesi dopo.
     Continuo a chiedermi perché e da chi le è stato tolto il diritto alla vita.
     Per l’incoscienza di chi entra in autostrada senza dare precedenza e poi si dilegua nel nulla, o per l’alta velocità di un BMW guidato da un compagno diciannovenne, o per l’incuria dello Stato che permette quel tipo di curve della morte, o per la negligenza delle istituzioni che non applicano correttamente le leggi di tutela dei cittadini, o per l’indifferenza dei tanti che preferiscono non pensare: o per tutto questo insieme?
      E sento ancora quanto stride il ricordo di Niki con le cifre offerte dall’assicurazione, con le liti in Tribunale,  con le sentenze di patteggiamento, col mondo insensibile e perverso che si arroga, dopo averla uccisa, il diritto di stabilire il  prezzo della sua vita e di lasciare la sua morte senza punizione e senza giustizia.
     Se tu fossi qui, Niki, saresti certamente con noi nel tentare di salvare altre vite, di strappare altri ragazzi alla morte.
     Se fossi ancora qui ….


                                                la mamma Concetta Bonanno

 

associazione italiana familiari e vittime della strada